Costruzione di antenna END-FED per 160/80m

di Joe Reda I1WXY

SICCOME HO TROVATO IL FILE WORD SALVATO SUL MIO PC, RIPROPONGO L’ARTICOLO COMPLETO CHE AVEVO POSTATO DIVERSO TEMPO FA NEL FORUM DI ARI FIDENZA NEL 2010. SPERO DI FAR COSA GRADITA A COLORO CHE HANNO INTENZIONE DI COSTRUIRSI UNA ENDFED, NONOSTANTE QUESTO SIA DATATO.

CONSIDERAZIONI
L’uso di antenne adeguate per le gamme 160 e 80 metri richiedono spazi che non tutti hanno a disposizione, date le loro dimensioni. Certamente l’antenna che propongo non compete affatto con delle delta loop o verticali a ¼ d’onda con estensivi piani radiali né tanto meno con delle antenne direttive di tipo Yagi. Qualche OM fortunato oltre a usare antenne in trasmissione per queste frequenze ha anche a disposizione per la sola ricezione delle antenne di terra chiamate “beverage” che richiedono centinaia e centinaia di metri di filo a un’altezza non superiore ai 2 metri. Esse hanno la particolarità essendo antenne di terra, di indurre bassissimo rumore nel ricevitore radio e quindi ricevere piccoli segnali DX anche se qualche volta è necessario amplificarli tramite un amplificatore con indice di basso rumore. Qui invece voglio dimostrare che anche con una modesta antenna fatta di filo di lunghezza ben al di sotto di ¼ d’onda, si possono ottenere notevoli risultati a volte insperati, tenendo conto delle capacità operative dell’operatore e della propagazione particolare nelle gamme basse. Questa non è una antenna long wire che richiede almeno una Lambda di lunghezza per la frequenza più bassa in uso, ma è il risultato delle esperienze fatte in campo per trovare un compromesso tra dimensione ed efficienza, quindi per la sua lunghezza particolare che non coincide con i sottomultipli di lunghezza d’onda di 1.8 MHz e 3.5 Mhz la rende adatta per essere sintonizzata per le frequenze specificate.

COSTRUZIONE
La End-fed ha necessariamente bisogno di un trasformatore di impedenza nel punto di alimentazione e necessita di una presa di terra quale contrappeso elettrico, quindi è conveniente costruirsene uno appropriato da sistemare esternamente contenendo il tuner in una scatola stagna da esterno del tipo Gewiss dimensionata per quello che ci dovete mettere dentro. Si consiglia di utilizzare materiale di qualità: l’induttanza si può facilmente costruire utilizzando come supporto del tubo spesso 3 o 4 mm da idraulica tipo Geberit magari filettandolo in modo tale che l’avvolgimento sia omogeneo e la spaziatura di 2mm tra le spire in rame argentato sia costante per tutta la sua lunghezza. Ho indicato un valore di 30 uH ma potrebbe andare bene anche 25uH. Il condensatore variabile indicato ha un valore compreso tra 350 pF e i 500 pF capace di sopportare alta tensione, non dimentichiamo che all’estremità dell’antenna nel punto di alimentazione esiste un’altissima resistenza di radiazione e quindi migliaia di Volts, perciò il variabile richiede minimo 4 o 5 KV di isolamento. Lo stesso per il commutatore ceramico meglio con i contatti argentati. Potete trovare tutto sui banchi del surplus, i nostri amici Ungheresi che troviamo dappertutto a volte hanno tutto quello che serve, incluso gli isolatori passanti e la minuteria occorrente. Ovviamente questo tuner è remotizzabile, cioè potete sintonizzarlo da casa facendo girare il condensatore variabile tramite un piccolo motorino adeguato, non usate quelli passo-passo, essi scalinano e saltano l’accordo perfetto, meglio se girano continui e lentamente, se girano troppo veloce diminuite loro la tensione in continua. Potete sistemare dei relè di commutazione RF, ma sono difficili da reperire e costano troppo, meglio l’uso della commutazione di banda manuale con un bel classico commutatore ceramico russo che è indistruttibile. La costruzione del control box non è difficile e potete farlo a vostro piacimento, un cavo multifilo tra il tuner esterno e il control box in casa segnalerà tramite dei led colorati in che banda siete, mentre due led segnaleranno il funzionamento degli switch per il funzionamento avanti e indietro del motorino del condensatore variabile, utilizzando l’inversione di polarità andrete avanti e indietro cercando l’accordo perfetto nella frequenza che vi interessa, mentre un interruttore on/off darà o toglierà tensione a tutto, ovviamente a 12V in corrente continua. Le foto che accludo sono esplicative. Siccome si tratta di fare del bricolage e avrete bisogno di manualità nel costruire tutto, dovete trovate tutto quello che vi serve prima. Abbiate le idee chiare di quello che volete ottenere, l’uso di vostri schizzi vi aiuteranno in seguito durante le fasi della vostra costruzione meccanica.

SINTONIZZAZIONE
Una volta che avrete inscatolato tutto sistemate il vostro tuner all’esterno su una parete in modo tale che il filo dell’antenna ci vada a finire diritto dentro, stendete l’antenna in modo definitivo e attaccatela all’isolatore passante d’ingresso del tuner. Attaccate la terra e il cavo coassiale che va al TX. Scegliete la banda e cominciate a cercare quale spira meglio trova la risonanza, utilizzando il variabile per il miglior accordo. Non abbiate fretta. Potete dare un po’ di RF e 5 Watt del vostro TX sono più che sufficienti, così troverete il punto migliore di risonanza. Ripetete le stesse operazioni nello stesso modo anche per l’altra banda. Meglio prima l’utilizzo di un analizzatore d’antenna come l’MFJ 249 come punto di riferimento. Le connessioni RF interne devono essere più corte possibili. Non incrociate i fili e cablate giustamente, qui dentro c’è tanta RF LETALE. Siate puliti e precisi nelle saldature. Potete schermare con del cavo coassiale TV tutte le connessioni che portano i segnali al control box. Nel control box potete fugare a massa tutte le tensioni positive dei led con dei condensatori ceramici da 100V 10.000pF, la RF a volte fa brutti scherzi.

CONCLUSIONE
Se avrete fatto le cose per bene sarete ripagati e gratificati dal buon funzionamento e rendimento dell’antenna. In termini di danaro avrete speso bene i vostri soldi e le soddisfazioni non vi mancheranno. Tra il mese di Novembre 2005 e Gennaio 2006 data in cui scrivo queste note, ho collegato in 80 metri molte stazioni DX quali 3B8 – 6W – C6 – TR8 – ZL – VK – V3 – J7 – 6Y – 8P – YV – CO – TI – ZF – JT – 5H – 9G – PJ – 9M – 9N – JA – YB – ANTARTICA – KL – eccetera… un po’ meno ovviamente in 160 metri in quanto è una banda più difficile degli 80 Metri ma comunque a log ci ho messo anche il 3V – TZ6 – 7X – A4 – VQ9 – 9J – J20 senza contare molti contatti europei. Tenete conto che invece di stare alta e ben tesa come dovrebbe, la mia antenna è sistemata al terzo piano di uno stabile di 6 piani e che scende verso terra come uno sloper in mezzo a due case di 6 piani ciascuna !….Che dire di più?…..A buon intenditore poche parole…….Buon lavoro dunque e buoni DX a tutti! 73 es GL de Joe I1WXY.

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IL CONTROL BOX
Guardando più al look che la praticità. Il primo era alimentato a 12V esternamente, la circuitazione interna era “volante” a titolo sperimentale; il secondo control box l’ho rifatto con alimentazione esterna ma a 8V e inscatolato in un vecchio box di un KAM che ho verniciato di nero… per negligenza è andato in corto l’alimentazione, così ho deciso di ricostruirlo ex novo; il terzo è la versione attuale, è stato rifatto di sanapianta escludendo gli accordi in 40 e 30 metri, autoalimentato con batteria gel Winner da 6V 4,4A e protetto da RF back… il cavo di controllo è intestato con un plug microfonico a 8 pin, anzichè un connettore DB15 avendone tolto il controllo dei 30 e 40 metri e infine due boccole sul retro servono per ricaricare di tanto in tanto la batteria interna.

Immagine della prima versione

Immagine della seconda versione

Immagini della terza versione

Telegrafia: che passione! CW Keys

Diciamoci la verità, alla fine siamo avidi di possederne qualcuno e di metterli in mostra come trofei. Io non sono collezionista nè accumulatore, ma li acquisto perchè mi piacciono. Quelli che posseggo sono a partire da sinistra:

1 Vibroplex Jambic Deluxe con cover e palette personalizzate

2 Shurr Profi 2 placcato oro 24k con cover

3 AGA Chevron by M0AGA Kevin Gunstone

4 Samson ETM-SQ customizzato con meccanica inox lucidato a specchio

5 Samson ETM 9Cx

6 Samson ETM 4C

7 Begali Espedition (in fondo a destra accanto al K3)

Come noterete non ho chiavi verticali perchè non mi interessano molto, benchè ci abbia imparato a manipolare con il classico Junker, non mi è mai venuto il desiderio di averne uno, classico e verticale. Mi piacciono le chiavi a palette comprese quelle elettroniche.

Ho iniziato con il Samson ETM-4C, poi si è aggiunto il Vibroplex Jambic Deluxe e mano a mano gli altri. TRa quelli che ho, forse è la Rolls Royce delle chiavi CW è l’AGA Chevron che ho desiderato a lungo… costa un botto ma alla fine è un capolavoro di ingegneria, di design e di affibilità. diciamo che tra tutti è la chiave più privilegiata fatta a mano al mondo. Nei miei desideri c’è anora spazio per un paio di chiavi che vorrei avere, ma sono prodotti che non si producono più perche sono stati costruiti artigianalmente come l’AGA Chevron. Non vado di fretta, ho già adocchiato un paio che sono di pregio, ma tra dire e il fare ci passa in mezzo il mare. Spero di metterci le mani sopra.